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Comunicato stampa

Gas: segnalazione a Parlamento e Governo per la liberalizzazione e lo sviluppo degli stoccaggi

Milano, 18 agosto 2005

L'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha inviato una segnalazione a

Parlamento e Governo con osservazioni e proposte che mirano a garantire la

terzietà della gestione degli stoccaggi sotterranei e il loro potenziamento a

favore sia dello sviluppo della concorrenza sia della sicurezza energetica

nazionale. Il documento

è disponibile sul sito www.autorita.energia.it


La segnalazione si basa sulle conclusioni dell'istruttoria conoscitiva sul

mercato del gas condotta congiuntamente all'Autorità garante della concorrenza e

del mercato nel 2004 e sugli esiti degli ulteriori e successivi accertamenti,

svolti sugli investimenti in nuove capacità di stoccaggio in relazione alle

concessioni in esercizio e alle nuove rilasciate dal Ministero delle Attività

produttive.


Ad avviso dell'Autorità sono urgenti nuovi investimenti per ridurre l'attuale

scarsità della capacità di stoccaggio; nel corso dell'inverno 2004-2005,

infatti, il sistema gas ha dovuto far fronte ad una emergenza e ricorrere

all'interruzione dei clienti interrompibili, alla massimizzazione delle

importazioni e agli stoccaggi strategici, rivelando in particolare carenze in

termini di disponibilità di stoccaggio nei momenti di maggiore necessità. I

consumi di gas sono attesi in crescita nei prossimi anni e ciò rende ancor più

necessario lo sviluppo degli stoccaggi.


La disponibilità degli stoccaggi rappresenta un prerequisito essenziale anche

per la funzionalità del mercato del gas, in quanto fornisce la modulazione

necessaria per adeguare l'offerta alle fluttuazioni tipiche della domanda. Tale

disponibilità è funzionale allo sviluppo di un mercato liberalizzato, in quanto

consente di offrire servizi rilevanti in uno scenario competitivo, quali ad

esempio la possibilità di detenere il gas in attesa di migliori opportunità di

mercato, o di utilizzo di tale capacità in alternativa a quella di trasporto.

Infrastrutture fisiche di stoccaggio adeguate all'auspicato aumento dei volumi

intermediati costituiscono il presupposto perché l'Italia diventi un vero e

proprio "hub", base di scambio per i mercati internazionali di

approvvigionamento e consumo. Gli attuali limiti di capacità, che si aggiungono

alla scarsa flessibilità esistente nei gasdotti internazionali, costituiscono

una barriera all'entrata di nuovi operatori e ostacolano le prospettive di

sviluppo nazionali, favorendo indirettamente progetti concorrenti in altri

paesi.


In Italia la società Stogit, controllata integralmente dal gruppo Eni, a sua

volta dominante anche nel segmento dell'approvvigionamento e della vendita,

detiene circa il 98% delle capacità di stoccaggio operative nel nostro Paese.

Complessivamente la massima riserva attiva in questi stoccaggi, formata dal gas

estraibile e reiniettabile ciclicamente (working gas), ammonta a circa 12,6

miliardi di metri cubi, mentre la producibilità giornaliera in condizioni di

massimo riempimento è di circa 250 milioni di metri cubi al giorno.


A partire dal 2001, data di avvio della liberalizzazione del mercato del gas, si

sono registrate richieste di capacità superiori alle capacità disponibili. Per

l'anno 2005-2006 è stata conferita capacità continua di modulazione per 7,8

miliardi di metri cubi in termini di spazio, e per 214 milioni di metri cubi

giornalieri in termini di disponibilità di punta all'inizio dello svuotamento

annuale. Sono rimaste insoddisfatte richieste per ulteriori 2,2 miliardi di

metri cubi di spazio, e 94 milioni di metri cubi al giorno di disponibilità di

punta, riconducibili a esigenze di modulazione delle forniture.


In tale contesto, desta allarme l'inerzia di Stogit, in merito al potenziamento

delle concessioni già in esercizio, ma anche allo sviluppo delle nuove

concessioni da essa detenute. Ad avviso dell'Autorità questa inerzia favorisce

le strategie di controllo attuate dal gruppo Eni sul mercato del gas, in

particolare sulla sua liquidità e flessibilità, e impedisce anche lo sviluppo di

concessioni inattive da parte di terzi.


Come già osservato nella precedente segnalazione dell'Autorità a Parlamento e

Governo del 27 gennaio 2005, la promozione della concorrenza nel settore e la

stessa sicurezza del sistema energetico nazionale passano necessariamente

attraverso un processo di separazione anche proprietaria, delle società che

gestiscono la rete di trasporto e lo stoccaggio, rispetto alle società di

approvvigionamento e di vendita.


L'attuale normativa prevede la progressiva riduzione della quota di proprietà

della società Eni nel capitale della società Snam Rete Gas al 20% massimo

(dall'attuale 50,07%) entro il primo luglio 2007. Nulla è invece previsto per la

società Stogit. Tale processo di dismissione dovrebbe essere esteso anche a

Stogit e completato al più presto con la riduzione della quota di proprietà

della società Eni fino a livelli residuali. La riduzione della quota di

proprietà della società Eni nel capitale della società Stogit al 20%, ancor

meglio al 5%, porrebbe Stogit nelle migliori condizioni di indipendenza per dare

impulso allo sviluppo di infrastrutture essenziali per la sicurezza e

l'adeguatezza degli approvvigionamenti.


Data però l'urgenza dei nuovi investimenti e fintanto che non sarà pienamente

realizzata l'auspicata separazione proprietaria, l'Autorità propone un

intervento del Governo, azionista di controllo dell'Eni a sua volta controllante

di Stogit per impegnare fin da subito la stessa Stogit in un piano di

potenziamento degli stoccaggi esistenti, coerente con la crescita del mercato

gas e tale da garantire la sicurezza del servizio e la disponibilità di gas

anche in condizioni di emergenza. Inoltre, dovrebbero essere garantite sollecite

misure organizzative che assicurino per lo stoccaggio processi decisionali non

discriminatori e l'incompatibilità, per le persone che hanno responsabilità in

attività di stoccaggio, con incarichi in altre attività del gruppo Eni nel

settore gas.


La segnalazione dell'Autorità solleva anche la necessità che il Governo sostenga

iniziative a livello comunitario volte ad assicurare il rispetto delle

disposizioni della Direttiva 2003/55/CE, ma anche a favore della regolazione di

questa fase cruciale della filiera del gas. Attualmente infatti a differenza

dell'Italia, dove l'accesso è regolato, in gran parte dei paesi europei prevale

il regime negoziato, e ciò non garantisce il necessario livello di trasparenza

ed effettive e agevoli possibilità di accesso al servizio.