Comunicato stampa
Inviata una segnalazione al Governo sul tributo della Regione Sicilia sui gasdotti
Milano, 27 maggio 2002
L'Autorità per l'energia elettrica e il gas, nell'esercizio delle
proprie funzioni consultive, ha inviato al Governo una segnalazione sul tributo
istituito dalla Regione Sicilia sui gasdotti presenti nel territorio regionale.
Analoga segnalazione è in preparazione per il Parlamento, chiamato a dare
attuazione alla riforma del Titolo Quinto della Costituzione, che ha innovato
profondamente le competenze in materia di energia. L'Autorità sta inoltre
predisponendo una segnalazione alla Commissione Europea. La segnalazione inviata
al Governo è disponibile sul sito internet www.autorita.energia.it
L'Autorità ritiene che le disposizioni della legge regionale presentino
profili di illegittimità tali da determinare gravi impedimenti alla
realizzazione degli obiettivi di liberalizzazione e apertura del mercato interno
del gas naturale, nazionale ed europeo, nonché potenziali rilevanti
ripercussioni sulla sicurezza degli approvvigionamenti. In particolare, secondo
l'Autorità, il tributo comporta un ostacolo alla libera circolazione di cose
tra le Regioni e tra gli Stati membri dell'Unione europea, e pertanto si
configura come un dazio. La giurisprudenza della Corte Costituzionale ha più
volte affermato il principio dell'irrilevanza della forma della limitazione,
dovendosi ritenere incostituzionale qualunque provvedimento che induca in
qualsiasi modo ostacoli alla libera circolazione tra le Regioni.
Se il tributo è legittimo esso dovrà trovare riconoscimento in tariffa. L'eventuale
riconoscimento nella tariffa di trasporto del gas (che grava oggi per circa il
15% sul costo finale del servizio comprese le tasse) dell'onere derivante per
l'impresa dall'imposizione regionale determinerebbe aumenti dei
corrispettivi previsti sui punti di entrata e di uscita dalla rete. L'aumento
sarebbe di circa il 30% all'entrata di Mazara del Vallo e tra il 90% e il 15%
sui 17 punti di uscita sparsi sul territorio nazionale (l'effetto dell'aumento
si riduce progressivamente man mano che il gas sale verso Nord). Secondo quanto
richiesto da Snam Rete Gas, il riconoscimento in tariffa a carico della
generalità dei consumatori italiani determinerebbe un aumento del costo finale
del gas in media nazionale, non ancora esattamente determinabile, pari a circa
0,2 centesimi di euro/mc (circa 4 delle vecchie lire per metro cubo).
Nell'ipotesi alternativa in cui l'aumento tariffario gravasse sulle sole
tariffe degli utenti della Regione Sicilia, l'incremento è stimato in circa 3
centesimi di euro per metro cubo (circa 60 lire) pari al 6% del prezzo finale
(incluse le tasse che costituiscono oggi il 47% del totale).
L'Autorità segnala inoltre che a fronte di tali aumenti del costo delle
importazioni dall'Algeria, si potrebbe scatenare una rincorsa di aumenti anche
per il gas di altre provenienze, con evidenti conseguenze negative per il
livello dei prezzi nell'intero Paese. Il tributo determina anche un aumento,
stimato nel 10%, degli oneri complessivi per la realizzazione di nuove
infrastrutture nella Regione Sicilia, pregiudicando da un lato lo sviluppo di
nuovi investimenti nella Regione, dall'altro la realizzazione delle iniziative
già programmate per nuove importazioni di gas.